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domenica 4 maggio 2014

Gennaro De Tommaso, per tutti noi Genny.

Grazie Genny a' Carogna.
A nome del popolino italiano.
Grazie per aver permesso l'anormale svolgimento della partita.
Chiedo umilmente scusa se non avevo subito collegato che la scritta stampata sulla tua t-shirt, Speziale libero, non indicava un richiamo a un lavoro ormai desueto ma era un modo per tenere viva l'attenzione su di un tuo simile, Antonino Speziale.
Continuo a chiederti scusa perché tutti da ieri sera parlano di te come di un problema ma il problema siamo noi che ti accettiamo.

Per meglio dire chi ci rappresenta accetta che si venga da te a parlamentare, a chiedere un tuo parere, un tuo responso.
Capitano e dirigenti del Napoli scortati dalle forze dell'ordine per sentire cosa tu avessi da dire a proposito.
Scusa se continuiamo a chiamarti con un soprannome, non rendiamo merito alla tua famiglia, alle tue origini.
Sei Gennaro De Tommaso figlio del signor Ciro che ovviamente fa De Tommaso anche lui di cognome e si da il caso che sia ritenuto affiliato al clan camorristico del Rione Sanità dei Misso.
Sei conosciuto nell'ambiente da tempo, prima come leader indiscusso del gruppo “mastiffs” e poi re dell'intera curva A del San Paolo.
Ti richiedo scusa, stavolta a titolo personale, se ieri quando ti hanno inquadrato sono caduto dal pero sulla tua identità.
La stampa britannica ti aveva già immortalato, in relazione agli scontri avvenuti durante la partita di champions league Arsenal-Napoli, mentre salutavi con il braccio teso esibendo un fisico non proprio impeccabile.
Come rimproverarti per la tua non perfetta silhouette, sei un dispensatore di consigli, sei un mediatore quindi cervello fino e non forza bruta.
Peccato per il soprannome “carogna”, troverei più indicato il “saggio”, il “sapiente”.
E' con lui che noi tutti abbiamo trattato, lui ci ha permesso di godere di una partita di calcio sotto lo sguardo del nostro Presidente del Consiglio, del Presidente del Senato.
Poi come sempre in Italia si sono levate voci di sdegno per i fischi durante l'inno nazionale, perché solo lì si sarebbe palesata l'offesa al paese.
Scusa Genny anzi ti chiamerò Gennà, mi pare più virile dato che conoscevo alle scuole medie una ragazza che si chiamava Genny, dicevo scusa tanto se continuiamo a sdegnarci dell'ovvio.
Non impariamo mai, soffriamo di una miopia vergognosa e di vuoti di memoria di natura infettiva.
Ti lascio con una frase Gennà, “la Storia insegna ma non ha scolari”.

Quindi non temere, ma te UOMO come sei non temi, potrai continuare a mediare per sempre, forte della tua leadership conquistata sul campo, un po' come i 31 scudetti della juve.

Giulio Achille Mignini.

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