Dopo l'esclusione della nazionale di calcio dal mondiale, ho sentito da più parti certe affermazioni che davvero mi hanno dato i brividi. Persone che si sono improvvisate moralizzatrici, tuonando dall'alto della loro saggezza (?) anatemi contro i piccoli e stupidi "tifosi", che adesso non avranno altro con cui "distrarsi".
In questa piccola diatriba fra moralizzatori dell'ultima ora e tifosi di lungo corso vi è un piccolo ingranaggio che gira, si compenetra con molti altri e muove le numerose altre "diatribe" che "spaccano il paese".
"Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati" - Bertold Brecht
domenica 29 giugno 2014
lunedì 9 giugno 2014
Il fantasma della libertà
[...] giunto alla fine della mia vita, ho la certezza che la Rdt non è stata costituita invano. [...] Un numero sempre maggiore di persone dell'est si renderà conto che le condizioni di vita nella Rdt li avevano deformati assai meno di quanto la gente dell'ovest non sia deformata dal capitalismo e che nelle scuole i bambini della Rdt crescevano più spensierati, più felici, più istruiti, più liberi dei bambini delle strade dominate dalla violenza della Repubblica Federale. I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario della Rdt, nonostante le arretratezze tecniche, erano dei pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti comprenderanno che la censura, vera o presunta, della Rdt non poteva recare all'arte i danni prodotti dalla censura del mercato. [...] Gli operai e i contadini si renderanno conto che la Rft è lo Stato degli imprenditori e che non a caso la Rdt si chiamava «Stato degli operai e dei contadini». [...] Molti capiranno che anche la libertà di scegliere tra Cdu, Spd, Fdt è solo una libertà apparente. (Erik Honecker, Segretario generale del Comitato Centrale della SED, Partito Socialista Unificato della Germania Est)
giovedì 5 giugno 2014
In difesa della Comunicazione Politica
Circa la conclusa
campagna elettorale per le elezioni europee ho sentito da opinionisti
politici vari commenti tipo “questa campagna per le europee è
stata una campagna di comunicazione,
non ci sono stati contenuti”, oppure “Renzi e Grillo si sono
scontrati sulla comunicazione,
e non sui temi”, o altri su questa falsariga.
Molti amici, ed alcuni di questi opinionisti, sembrano provare
insofferenza verso la moderna comunicazione politica, vista un po'
come una chimera che ha rubato la scena al dibattito e sacrificato le
tribune politiche per selfie da
Facebook e slogan da talk show.
Il mio sguardo su questo tema ha
lo svantaggio di non essere neutro, ma il vantaggio di essere uno
sguardo “tecnico”. Sono infatti laureato in Comunicazione e
consulenza politica e ho lavorato in alcune campagne elettorali,
grandi e piccole: posso definirmi, anche sa da pochissimo, uno “del
settore”.
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