"Era il 26 agosto 1926, alle quattro del pomeriggio, i negozi erano affollati, nei magazzini le donne facevano ressa, nelle case di moda i manichini giravano su se stessi, nelle pasticcerie chiacchieravano gli sfaccendati, nelle fabbriche sibilavano gli ingranaggi, lungo le rive della Senna si spidocchiavano i mendicanti, nel Bois de Boulogne le coppie d'innamorati si baciavano, nei giardini i bambini andavano in giostra. A quell'ora, il mio amico Franz Tunda, trentadue anni, uomo giovane, sano e vivace, dai molti talenti, era nella piazza davanti alla Madeleine, nel cuore della capitale del mondo, e non sapeva cosa dovesse fare. Non aveva nessuna professione, nessun amore, nessun desiderio, nessuna speranza, nessuna ambizione e nemmeno egoismo. Superfluo come lui non c'era nessuno". (Joseph Roth, "Fuga senza fine", 1927)
"Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati" - Bertold Brecht
giovedì 18 settembre 2014
lunedì 1 settembre 2014
Barrilete cosmico
La vita nel suo immenso e infinito scorrere è episodica.
Attimi che risultano eterni.
Paradossi temporali.
E' in quelle singole circostanze, in quegli attimi
circoscritti che si palesa il nostro essere.
Il 22 giugno 1986 allo stadio Azteca, uno dei tanti templi
pallonari, Diego da Villa Fiorito, spericolato giocoliere con la sua vita e di
conseguenza anche con un pallone tra i piedi, decise di manifestarsi in toto.
Angelo e demone, ladruncolo e profeta, lirismo poetico e
istinto animale.
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