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venerdì 30 maggio 2014

La sacralità di una maglia

Guidati da un fortissimo senso autarchico riteniamo la più bella partita del secolo Italia-Germania 4-3 del 1970, semifinale del mondiale messicano.
Ogni popolo poi in fin dei conti avrà la sua partita del secolo, vittorie storiche, rimonte folli, momenti epici che restano scolpiti nella memoria collettiva di un paese.
Forse però la più bella, rocambolesca e meritevole di una menzione speciale nell'iperuranio calcistico si svolse il 16 luglio del 1950, definita la finale del mondiale anche se all'epoca in realtà si svolgeva un gironcino per cui solo casualmente fu una partita che avrebbe deciso qualcosa.
Si sa le divinità del calcio, perché il calcio è un culto politeista e non monoteista, ogni tanto si e ci concedono il piacere di sparigliare le carte e ne escono fuori storie magnifiche costellate da uomini prodigiosi.

lunedì 12 maggio 2014

Turner, Monet e il Novecento: la morte della rappresentazione

"All'inizio rimasi sbalordito, ma poi mi avvicinai a quel quadro enigmatico, assolutamente incomprensibile, e fatto esclusivamente di macchie di colore. Finalmente capii: era un quadro che avevo dipinto io, e che era stato appoggiato al cavalletto. Il giorno dopo tentai, alla luce del Sole, di risuscitare la stessa impressione, ma non riuscì [....]. Quel giorno, però, mi fu perfettamente chiaro che l'oggetto non aveva posto, anzi era dannoso ai miei quadri" (Vasilij Kandinskij)

mercoledì 7 maggio 2014

In memoria degli Invincibili

Non so che viso avesse, neppure come si chiamava,
con che voce parlasse, con quale voce poi cantava,
quanti anni avesse visto allora, di colore i suoi capelli,
ma nella fantasia ho l'immagine sua:
gli eroi son tutti giovani e belli,
gli eroi son tutti giovani e belli,
gli eroi son tutti giovani e belli...

Così cantava Guccini nel 1972.
Giovani e belli saranno per sempre ricordati quei ragazzi, gli Invincibili, che si spensero sulla collina di Superga, luogo di pellegrinaggio granata dal quel maledetto 4 maggio del 1949.

domenica 4 maggio 2014

Gennaro De Tommaso, per tutti noi Genny.

Grazie Genny a' Carogna.
A nome del popolino italiano.
Grazie per aver permesso l'anormale svolgimento della partita.
Chiedo umilmente scusa se non avevo subito collegato che la scritta stampata sulla tua t-shirt, Speziale libero, non indicava un richiamo a un lavoro ormai desueto ma era un modo per tenere viva l'attenzione su di un tuo simile, Antonino Speziale.
Continuo a chiederti scusa perché tutti da ieri sera parlano di te come di un problema ma il problema siamo noi che ti accettiamo.