Voglio raccontare una storia.
Diciamo una “novella”.
Supponiamo che in un dato periodo, a
causa di ritorsioni subite e di povertà dilagante, in un paese,
abitato da un popolo chiamato dei “turingi”, salì al potere un
omuncolo basso e smunto che facendo leva su un bieco nazionalismo,
lui non turingio e poco aitante, portò questa nazione a far paura ai
popoli liberi del mondo.
Qualche anno prima della sua vittoria
politica si doveva decidere chi avrebbe ospitato i “giochi tra gli
uomini”, un evento ricominciato da pochi anni, che si rifaceva ad
una tradizione molto antica.
A sorpresa fu deciso che l'evento
sarebbe stato ospitato dalla capitale della nazione che sarebbe
diventata dell'omuncolo.
Questa nazione era stata estromessa da
due edizioni precedenti per via di una grande guerra che
precedentemente aveva perso.
Quando l'omuncolo salì al potere
iniziò ad oltreggiare il pensiero umano parlando di superiorità di
alcune razze rispetto ad altre, ovviamente il suo paese faceva parte
delle razze elette, impedì la libera espressione del dissenso e
dette libero sfogo alla sua fantasia prendendosela in particolar modo
con un popolo che si era disperso in tempi antichi per il mondo ma
che era legato da una religione comune.
Insomma quando tutto ciò avvenne ci
furono solo sterili proteste per cambiare la sede di questi “giochi
tra gli uomini” ma poi alla fine si decise che sarebbero stati
fatti a dispetto di tutto il resto nella nazione dell'omuncolo con la
promessa da parte dell'omuncolo che non avrebbe, nel periodo dei
giochi ossia due settimane, discriminato nessuno.
Questa promessa bastava ed avanzava ai
paesi democratici dove a dispetto del nome il popolo contava davvero
poco.
L'unico paese che ritirò i suoi atleti
in vista di questi giochi fu una nazione che ormai contava ben poco
nello scacchiere internazionale ma aveva avuto un maestoso passato
potendo affermare che sui suoi domini non tramontava mai il sole.
In questo stato ci furono delle
elezioni nel 1931 e a sorpresa vinsero i sostenitori della repubblica
e cacciarono il sovrano, tale Alfonso XIII, questo ci dice che
c'erano stati dodici Alfonsi prima di lui, deve essere stato un nome
in voga tra i sovrani di questo regno.
In un continuo alternarsi di elezioni e
ribaltoni politici nel 1936 vinse una coalizione di sinistra o come
dicono in quel paese di izquierda.
Venne allora l'idea di organizzare dei
“giochi degli uomini” alternativi a Barcellona.
Da tutte le nazioni atleti che non si
volevano piegare all'idea di osannare il violento omuncolo nella sua
violenta capitale si recarono a Barcellona per partecipare ai veri
“giochi degli uomini”.
Italiani, esuli in
altre nazioni perchè anche nel loro paese comandava un omonculo
simile a quello di cui parlavamo prima però senza capelli, andarono
ai “giochi degli uomini “ alternativi per dimostrare che esisteva
anche un'altra Italia non becera e violenta, Francesi, Polacchi,
Cechi che ci vedevano benissimo ma soprattutto capivano benissimo
dove stava il bene, Tedeschi, membri di quel popolo sparpagliato per
il mondo tanto odiato dall'omuncolo con i capelli e poi Spagnoli,
Americani, Olandesi, Belgi e via via.
Questi giochi
alternativi non cominciarono mai perchè il giorno della loro
inaugurazione si era sollevato contro la repubblica spagnola un altro
omuncolo, un generale che in seguito si farà chiamare generalissimo,
soliti essere magalomani questi omuncoli.
Molti giovani
atleti che si trovavano a Barcellona per partecipare ai giochi quando
fu resa nota la loro soppressione non tornarono ai loro paesi e
decisero di rimanere per combattere contro gli omuncoli, prima
l'avrebbero fatto gareggiando ora avevano l'occasione di farlo con un
fucile in mano.
Chi ebbe fortuna
quel fucile in mano lo riuscì a tenere per tre lunghi anni.
Di quei giochi
niente rimaneva, non c'erano primati da trascrivere negli annali,
storie da raccontare.
Una cosa forse
restava a testimoniare una avvenimento che non andò in porto a causa
dell'abbrutimento di un certo tipo di uomini ma che resterà a
imperitura memoria della possibilità di essere diversi, giusti e di
non sottostare alle bizze della storia dato che la Storia si
costruisce e non si subisce.
Rimaneva la musica
che un compositore austriaco, il signor Hanns Eisler, aveva composto
per l'inno dell'Olimpiada Popular ( questo era il nome dei Giochi che
si dovevano svolgere a Barcellona ), su quelle note furono scritte
parole che motivarono i combattenti repubblicani.
“Adelante,
milicianos,
pecho fuertes y
alegres pensamientos;
vamos a hacer per
una Espana feliz
por el Quinto
Regimiento […].
Pueblo en armas,
luchadores, al combate con animo de Hierro;
llena las calles y
plaza la voz: Viva el Quinto Regimiento.”
Gli spagnoli
battezzarono questi atleti stranieri, che non tornarono a casa
rendendosi conto che lì ci si giocava qualcosa di più della sorte
di un singolo paese, come gli eventi futuri dimostreranno, i “turisti
rivoluzionari”.
Giulio Achille Mignini
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