Presidente Obama devo dissentire.
Il rapporto della Commissione di
Intelligence del Senato
americano provoca sdegno, stupore e rabbia.
Come possono gli
Stati Uniti d'America, garanti del bene mondiale, aver usato tecniche
così disumane per estorcere informazioni?
Come possono essere
stati così poco scrupolosi?
Si legge nel
rapporto che un detenuto su cinque era in stato di detenzione per
sbaglio.
Il
direttore della CIA, John Brennan,
afferma che le tecniche dure di interrogatorio “hanno
prodotto informazioni di intelligence e contribuito a evitare
attacchi, a catturare terroristi e a salvare vite umane”.
Brennan prosegue
informandoci anche dello spirito stacanovista dei membri della CIA,
infatti dice che “uomini e donne dell'Agenzia hanno
lavorato nel mondo 24 ore al giorno per prevenire attacchi
terroristi”.
Faccio presente al
signor Brennan che la critica non è mossa dal tristemente
noto, sul suolo italico, Renato Brunetta e che quindi non si tratta
di una battaglia contro “i fannulloni” ma con il documento
della commissione si cercava di fare luce proprio sul lavoro svolto
da uomini e donne dell'agenzia mentre lavoravano 24 ore al giorno.
E il quadro che ne
emerge è dalle tinte tristemente forti.
Obama esprime
senza dubbio un sincero sdegno quando afferma che “i duri
metodi utilizzati dalla CIA sono contrari e incompatibili con i
valori del nostro Paese”, leggi
U.S.A, e prosegue dicendo che l'Agenzia ha “danneggiato
significativamente l'immagine dell'America e la sua posizione nel
mondo e ha reso più difficile perseguire i nostri interessi con
alleati e partner”.
E qui ritorna il
mio dissenso.
Forse Mister
Obama non rammenta, la vita del Presidente degli Stati Uniti
d'America è senza dubbio frenetica, le implicazioni della CIA e
tutte le nefandezze da essa compiute nel corso del'900.
Non si preoccupi
Presidente non rischiate un'ulteriore macchia sulla vostra bandiera,
è già sufficientemente lorda.
La CIA, che difende
gli interessi del vostro paese nel mondo, è responsabile del colpo
di stato in Iran del 1953 ai danni di Mohammad Mosadeq, la cui
unica colpa fu quella di nazionalizzare la Anglo-Iranian Oil
Company facendola diventare National Iranian Oil Company.
Il colpo di stato
in Guatemala del 1954; il direttore della CIA dell'epoca, Allen
Welsh Dulles, organizzò il golpe ai danni del presidente
democraticamente eletto Jacobo Arbenz Guzmàn che dal 1951
aveva intrapreso una politica di nazionalizzazione delle principali
infrastrutture del paese.
La sua rovina
arrivò quando confiscò molti terreni di proprietà della United
Fruit Company, multinazionale americana che gestiva il Guatemala
come una sua proprietà mediante dittatorucoli compiacenti.
Si dà il caso che
tra i maggiori azionisti della United Fruit ci fossero i
fratelli Dulles, uno direttore della CIA e l'altro Segretario
di Stato.
Nel 1964 ci furono
implicazioni nel colpo di stato con cui fu destituito il presidente
brasiliano João
Goulart che aveva
intrapreso, con un largo consenso popolare, politiche di ampio
respiro progressista.
Riforma
agraria, riforma dell'istruzione e nazionalizzazione delle compagnie
petrolifere.
Il
presidente Lyndon
Johnson ordinò di
posizionare navi e aerei lungo le coste brasiliane pronti ad entrare
in azione.
Il
colpo di stato in Brasile rientrava più in generale all'interno del
tentativo, da parte degli Stati Uniti, di mantenere i propri
interessi economici nel Sud America intatti, servendosi di volta in
volta di militari compiacenti che, infarcendo la propria bocca di
parole quali patria,
onore e gloria, vendevano
il proprio paese all'interesse dell'economia americana.
L'Operazione
Condor, portata avanti
dalla CIA, aveva come compito quello di preservare tali situazioni
politiche intatte uccidendo, torturando o semplicemente zittendo
qualsiasi oppositore.
Ne sono una prova
le dittature cilena e argentina.
Quindi devo
dissentire da lei signor Obama!
Non tema, la vostra
credibilità politica ed economica non subirà nessun contraccolpo,
ahimè, dopo le dichiarazioni emerse dal documento sulle metodologie
di lavoro della CIA.
Le suddette sono le
stesse da sessant'anni e ancora siete dipinti come i portatori del
verbo democratico nel mondo.
Le vostre guerre
sono giuste, perché portatrici di pace.
Le vostre
intenzioni sono sempre benevole come quelle del padre verso il
figlio.
Però siete come i
padri di una volta, non permettete facilmente al figlio di
emanciparsi e ci tenete spesso a ricordarci che vige un ferreo
patriarcato.
Mi permette, Signor
Presidente, di ricordarle cosa scrisse Camus?
“Il fine
giustifica i mezzi? E' possibile. Ma chi giustificherà il fine? A
questa domanda che il pensiero lascia in sospeso, la rivolta
risponde: i mezzi”.
Giulio Achille Mignini
Giulio Achille Mignini
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